Pnrr e Sanità , Cgil Savona chiama Asl ed enti territoriali al confronto
«E’ necessario che la Regione Liguria e le Asl territoriali, a cui abbiamo sollecitato un incontro da diversi giorni senza ricevere alcuna risposta ufficiale, incontrino i territori e i sindacati confederali territoriali di Cgil, Cisl e Uil di Savona con l’obbiettivo di ristabilire un serrato confronto sullo stato di attuazione del Pnrr».
Chiaro il messaggio che giunge dal segretario di Cgil Savona, Andrea Pasa, e il segretario di Spi Cgil, Fausto Da Bove, che sottolineano: «Il Pnrr è soprattutto “territorio”, ma fino ad oggi non c’è stato nessun incontro sul nostro territorio e poca pochissima trasparenza sui progetti e sul nuovo modello socio sanitario previsto dal Pnrr. Non ci interessa la bagarre e il clima di perenne campagna elettorale a cui assistiamo nelle ultime settimane in cui sono immerse parte delle forze politiche che scaricano le responsabilità uno sull’altro in tema di gestione socio sanitaria di questa Regione, dimenticandosi che sono parte in causa e la causa, almeno degli ultimi 6 anni e due amministrazioni regionali».
Fondamentale, secondo il sindacato, è «ripristinare una sanità pubblica che risponda ai bisogni dei cittadini e, quindi, costruire un nuovo modello socio sanitario profondamente diverso da quello che fino ad oggi è stato proposto dalla Regione Liguria, che tenga conto della professionalità e della serietà delle lavoratrici e dei lavoratori, ogni giorno e non solo quando si utilizzano definendoli “eroi” solo per propaganda politica».
«In particolare - affermano dalla Cgil savonese - si tratta di adeguare progressivamente e stabilmente il finanziamento della sanità e di accelerare e orientare gli interventi per il potenziamento dell’assistenza territoriale, la cui debolezza, da tempo denunciata di fronte al dilagare di "un’altra epidemia", quella delle malattie croniche e della non autosufficienza, è stata causa di tanti problemi e di sofferenze anche durante l’emergenza pandemica", soprattutto in un territorio come la provincia di Savona con caratteristiche anagrafiche e infrastrutturali che ha necessità di essere potenziata maggiormente rispetto ad oggi sia sul versante ospedaliero, dell’emergenza e quindi della medicina territoriale».
Per la Cgil di Savona il confronto dovrà tenere conto e svilupparsi su tre questioni: «La prima è il decreto ministeriale (cosiddetto “Dm 71”) per definire finalmente requisiti e standard organizzativi, strutturali e di personale dell’assistenza socio sanitaria territoriale, e su un attento monitoraggio degli investimenti regionali in corso per Case della Comunità, Assistenza Domiciliare Integrata, Ospedali di Comunità. Sono strutture e attività del distretto socio sanitario che devono restare pubbliche e integrarsi con gli interventi sociali».
La seconda è quello riguardante il personale, «fondamentale per realizzare i progetti e qualsiasi innovazione e rilancio del Sistema Sanitario Nazionale. Occorre recuperare le gravi carenze di organico, adeguare il fabbisogno formativo, lanciare piani di assunzione e stabilizzazione e quindi stanziare adeguati finanziamenti, ben oltre il termine del Pnrr (anno 2026), per rendere strutturali le misure. Il confronto - aggiungono Pasa e Da Bove - riguarda tutte le diverse figure che compongono il ricco mosaico delle professionalità sanitarie e sociali, e deve riguardare anche un nuovo ruolo dei Medici di Medicina Generale interno al Ssn».
Terza questione al centro del confronto saranno «le diverse riforme e investimenti del Pnrr, riferiti in particolare alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti, che stanno coinvolgendo diversi Ministeri, Regioni e Comuni e che vanno ora integrati e armonizzati tra loro, per offrire un nuovo sistema di welfare facilmente accessibile, ad alta integrazione fra sociale e sanità, che promuova la salute, l’autonomia possibile e superi ogni forma di istituzionalizzazione delle persone vulnerabili, anziane non autosufficienti e disabili».
Tutto ciò, proseguono i due sindacalisti, «tenendo conto che le risorse già destinate alla nostra regione in tema di Pnrr – Missione 6 sono circa 190 milioni di euro, e che nel quadro generale degli investimenti per il nostro territorio (ossia la Provincia di Savona) sono previsti meno del 6% delle risorse totali e non è prevista nessuna centrale operativa territoriale detta COT (fondamentale per la presa in carico delle persone sul territorio) per tutto il distretto socio sanitario dell’albenganese».
«Così come non sono previste - aggiungono - strutture sul territorio del levante savonese (varazzino, sassellese, etc.) né costiero né dell’entroterra che conta circa 25 mila abitanti con una percentuale di over 65 di oltre il 30%, e la trasformazione di ospedali come quello di Cairo Montenotte in ospedale di comunità decretando un depotenziamento delle attuali strutture ospedaliere».
«Per questo è necessario un confronto serrato con l’Asl 2 savonese, con gli enti locali e con le parti sociali che devono avere un ruolo centrale nelle decisioni e condivisioni degli obbiettivi su un tema così importante come quello della salute delle persone» concludono nella loro nota la segreteria generale provinciale e quella di Spi.
fonte: savonanews.it